Cittadinanza, messa in sicurezza del voto all’estero e incentivi al rientro al centro dei lavori. Il Presidente Mattarella riceve il Consiglio Generale al Quirinale
Il Consiglio Generale degli italiani all’Estero si è riunita a Roma dal 16 al 20 giugno. I 63 Consiglieri del CGIE sono stati ricevuti al Quirinale il pomeriggio del 17 giugno dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, passaggio significativo e di grande importanza per la rappresentanza degli italiani all’estero, che anticipa l’entrata nel vivo dei lavori dell’Assemblea plenaria. Anche questo anno le parti sociali sono state invitate a prendere parte alle Commissioni, tra queste anche Confcooperative che ha presieduto i lavori delle commissione lingue e cultura.
Tra i molti punti all’ordine del giorno, cittadinanza, messa in sicurezza del voto all’estero e incentivi al rientro – temi prioritari dell’agenda del primo semestre 2025 – sono stati al centro del dibattito assembleare e del confronto con gli interlocutori istituzionali: dal vicepresidente del Consiglio, ministro degli Affari esteri e presidente del CGIE Antonio Tajani, al sottosegretario agli esteri Giorgio Silli, al senatore Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione delle aree del Centro Italia colpite dal terremoto, al presidente del CNEL Renato Brunetta.
L’Assemblea plenaria si riunisce in un momento particolarmente delicato per la nostra diaspora, in allarme per l’entrata in vigore del Decreto-legge 36/2025 che, con il passaggio di conversione in legge, ha ristretto in maniera drastica la trasmissione della cittadinanza e l’ha condizionata a molte variabili generando disparità di trattamento tra connazionali, in particolar modo se in possesso di altra cittadinanza.
Il Consiglio Generale da tempo sosteneva la necessità di una riforma, con la convinzione che questa tematica non possa ridursi esclusivamente a uno status giuridico, ma debba concernere la consapevolezza, ossia il legame effettivo identitario con il Paese che passa attraverso la conoscenza della lingua e della cultura, nonché delle nozioni costituzionali. Dopo essersi espresso sul decreto-legge, lo scorso aprile, con audizioni in Parlamento e attraverso l’emissione di un parere formale, il CGIE, a fronte delle novità introdotte dalla conversione in legge del decreto, ha svolto una capillare attività sui territori consultando la base e incontrando le autorità diplomatico-consolari per acquisire il quadro più completo possibile delle criticità emerse. Ha inoltre impegnato sul tema la III Commissione tematica e ha riunito le Commissioni continentali, nonché il Gruppo dei Consiglieri di nomina governativa, per rappresentare le proprie specificità e avanzare proposte.